Nota all’edizione italiana
Si dice che nelle traduzioni si perda sempre qualcosa. Nel nostro caso, rischia di passare inosservato un dettaglio importante, evidenziato nella versione inglese già dal titolo. In italiano “economia” traduce due concetti che in inglese sono espressi da due parole diverse: l’economia intesa come oggetto (economy), e l’economia intesa come disciplina scientifica (economics). Il titolo originale del libro è The Economy, e questo lo differenzia dalla maggior parte dei libri di testo universitari introduttivi di questa disciplina, che fanno riferimento invece all’economics. Non è un dettaglio da poco, perché indica la scelta di avvicinarsi allo studio dell’economia (nei due sensi) partendo dall’osservazione di ciò che abbiamo intorno, dei problemi che interessano uno studente che si avvicina a questi studi. Indica cioè l’adozione di un approccio induttivo, ben sottolineato dagli autori nella Prefazione, che parte dalle questioni per arrivare alle interpretazioni e agli strumenti analitici necessari a inquadrarle e organizzarle. Non è questo l’approccio della maggior parte dei libri di testo di economia, la cui principale preoccupazione è quella di fornire un modello interpretativo generale, utilizzando la realtà al più come esempio, come caso di studio per confermare la validità teorica di quel modello. Intendiamoci, nella formazione dell’economista deve esserci il momento della sintesi, della sistematizzazione teorica, ma proporla già dal primo insegnamento di economia, dal primo libro di testo, significa spesso sacrificare alla trattabilità analitica il realismo e la rilevanza delle nozioni studiate, o trascurare quegli aspetti che, benché importanti, mal si conciliano con il modello.1
A nostro avviso l’esperimento è riuscito: il testo riesce a fornire una chiave interpretativa dei problemi che affronta e lo fa senza rinunciare al rigore dell’argomentazione. Anzi, lo fa in modo ben più convincente dei testi tradizionali, che finiscono per non tenere conto di molti sviluppi recenti dell’analisi economica. In molti di noi studiosi di economia, specialmente a seguito della recente crisi finanziaria, è forte la sensazione di trovarci in una fase di transizione della disciplina, nella quale si avverte il limite del paradigma analitico ereditato, anche se si fatica ancora a vedere i contorni del nascente paradigma di riferimento. Questo testo si distacca chiaramente dal paradigma (“walrasiano” o “samuelsoniano”) prevalente nei testi degli ultimi decenni, e fornisce un’indicazione sulla direzione che la disciplina economica potrebbe prendere nel prossimo futuro. A questo riguardo emergono due elementi in particolare: il primo è la sostituzione dell’homo economicus con un soggetto umano più riconoscibile, capace sia di egoismo amorale sia di generosità e desiderio di aderire alle norme sociale; il secondo è il riconoscimento che i contratti non sono in grado di governare tutte le interazioni economiche, ma contano anche le norme sociali e l’esercizio del potere. Ne emerge un’immagine dello studio dell’economia più pluralista e aperta ai contributi di altre discipline affini, a cominciare dalla storia economica; l’attenzione al lungo periodo è evidente fin dal primo capitolo.2
Un ulteriore aspetto di novità del testo è il fatto che esso nasca dalla collaborazione di un gruppo ampio di economisti. Abbiamo mantenuto questa stessa filosofia anche nel lavoro di traduzione del testo in italiano, coinvolgendo molti colleghi del Dipartimento di Economia Politica e Statistica dell’Università di Siena. Molti di loro hanno contribuito alla traduzione nelle diverse versioni (a partire dall’edizione Beta del 2015), in diversi lo hanno insegnato e il Dipartimento, collettivamente, ha creduto fin dall’inizio al progetto e vi ha investito risorse, trovandolo coerente con l’indirizzo culturale che caratterizza da sempre l’insegnamento dell’economia all’Università di Siena. Un ringraziamento va a tutti i colleghi e dottorandi coinvolti direttamente a vario titolo, tra i quali ricordiamo: Stefano Bartolini, Marcello Basili, Alberto Battistini, Filippo Belloc, Francesca Bettio, Mauro Caminati, Nicola Campigotto, Marco Catola, Sergio Cesaratto, Alberto Dalmazzo, Nicola Dimitri, Alberto Mazzon, Giandomenico Piluso, Maria Alessandra Rossi, David Silei, Ernesto Screpanti, Silvia Tiezzi. Una parte importante del merito per il risultato raggiunto va naturalmente all’attuale direttore del Dipartimento, Michelangelo Vasta, che non ha mai fatto mancare il suo incoraggiamento e il suo attivo contributo alla realizzazione di questo progetto.
Il testo di questa versione on-line corrisponde (con l’esclusione del capitolo 16) a quello dell’edizione a stampa realizzata con l’editrice Il Mulino nel 2018, che è stata la prima traduzione del testo in una lingua diversa dall’inglese. Rispetto ad altri manuali tradotti, la scelta è stata quella di mantenersi quanto più possibile vicini e fedeli all’originale. Lo sforzo degli autori, del resto, era stato quello di creare un testo di respiro internazionale, che evidenziasse la realtà dell’economia capitalista nelle molteplici forme che essa ha assunto: economie più e meno avanzate, caratterizzate da diversi modelli di capitalismo. La scelta degli esempi, presi dai contesti più vari, riflette questo orientamento.
Tuttavia, l’esigenza di adattare il testo alle esigenze didattiche dei nostri atenei e al mercato editoriale italiano ha richiesto qualche adattamento. Nel tradurre, abbiamo selezionato i riferimenti bibliografici, fornendo dove possibile l’indicazione dei testi disponibili nella nostra lingua ed escludendo gli articoli in lingua inglese che ritenevamo di più difficile accesso per gli studenti italiani. Rispetto alla versione inglese, risulta modificata la numerazione delle note, quella delle figure (in linea con l’uso editoriale italiano, abbiamo distinto tra figure e tabelle, per cui le due numerazioni sono distinte) e in alcuni casi anche quella degli esercizi; tali numerazioni corrispondono a quelle dell’edizione a stampa.
Rispetto all’edizione a stampa vi sono tuttavia alcune differenze. Con Il Mulino avevamo ritenuto preferibile limitare la pubblicazione ai primi 15 capitoli dei 22 complessivi disponibili, rendendo il testo fruibile per un insegnamento introduttivo micro-macro o per un insegnamento di taglio prevalentemente microeconomico, propedeutico ad insegnamenti di livello intermedio di microeconomia e di macroeconomia. Nell’edizione on-line viene aggiunto il capitolo 16. La forma elettronica ha reso inoltre possibile integrare nel testo i video, le domande a risposta multipla e altre risorse on-line (è possibile, ad esempio, accedere ai dati utilizzati per creare i grafici sulla piattaforma OWiD - Our World in Data).
I curatori dell’edizione italiana



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Carlin, W., “Più vicini alle passioni degli studenti”, Il Sole 24 Ore, 17 novembre 2017. ↩
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Bowles, S. e W. Carlin (2017), “A new paradigm for the introductory course in economics”, VoxEU. ↩